Note

[1] La data 1444, anno della morte di S. Bernardino, può collegarsi alla presenza nel Trentino del suo discepolo S. Giovanni da Capestrano (chiamatovi dal vescovo Alessandro di Mazovia appunto in quegli anni; non è invece storicamente fondata la notizia di un ciclo di predicazione di S. Bernardino in queste terre), o più probabilmente di fra Nicola da Zara, che dopo la morte del vescovo Alessandro (anch’essa avvenuta nel 1444), lavorò per ricondurre la Diocesi di Trento all’obbedienza del legittimo pontefice Eugenio IV. Alessandro infatti insieme con il Capitolo della Cattedrale aveva aderito all’antipapa Felice V di Savoia.

[2] Questo stesso monogramma (che rappresenta in lettere greche il nome di Gesù, IHSUS) compare a Sanzeno in altri luoghi: sull’architrave della porta laterale e della porta che immette nella sacrestia della Basilica dei Ss. Martiri; nell’affresco, datato 1694, del capitello dedicato alla Madonna, ai Santi Martiri e a S. Romedio (all’inizio della strada che attualmente conduce alla caserma dei Vigili del Fuoco); e, infine, sull’architrave della porta rinascimentale che attualmente immette nel vano caldaia della chiesetta di S. Maria.

[3] Ricordiamo che anche i pesci sono un motivo iconografico cristiano, perché la parola greca che li designa può diventare acrostico della frase: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.

[4] «Gaspare Gezzi da Tenno, Cancelliere del Principe Tridentino e parroco di questa chiesa, ottenne il diritto su questa fontana per sé e i suoi successori nell’anno 1633».

[5] Nel restauro di questo soffitto a cassettoni vennero ritrovati incisi la data e il nome dell’artigiano costruttore: Giuseppe Bott, 1720.

[6] L’insegna è dovuta sicuramente a Bartolomeo Savoi da Cembra, che fu parroco a Sanzeno dal 1752 al 1764.